Diversi Comuni italiani nel 1999, sostituirono la tassa sui rifiuti, ovvero TARSU, (Tassa Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani) in TIA (Tariffa di Igiene Ambientale).
La differenza tra le due imposte, però, non è  legata solo al diverso acronimo, bensì al fatto che la TARSU definiva una tassa mentre la successiva TIA fa riferimento ad una tariffa.
Tale distinzione, non di poco conto, ha portato i Comuni che hanno effettuato la sostituzione della TARSU ad applicare l'Iva al 10% anche sulla TIA.

Con sentenza  n. 238 del 24 luglio 2009 la Corte Costituzionale, ha dichiarato illegittima l'applicazione dell'Iva sulla TIA, in quanto riconosciuta come tassa e di conseguenza non soggetta all'Iva.
Tale orientamento giurisprudenziale è stato confermato, in maniera definitiva, dalla sentenza n° 3756 pronunciata l'8 marzo 2012 dalla Corte di Cassazione. 
Alla luce di quanto espresso dalla Cassazione i cittadini che fino ad oggi hanno pagato l'Iva sulla TIA hanno diritto ad essere rimborsati.
Al fine di richiedere il rimborso è necessario accertarsi in primo luogo di essere in possesso delle ricevute di pagamento della TIA e della relativa applicazione. In seguito sarà possibile inoltrare il modulo di rimborso al Comune e/o all'Ente incaricato alla riscossione della TIA.

Scarica il modulo per la richiesta rimborso IVA:
 http://www.weblegale.com/dwnl/modulo-rimborso-iva-tassa-rifiuti.pdf